Notifier, strumenti e servizi a supporto delle Operazioni di Manutenzione secondo la nuova norma UNI 11224

La nuova norma UNI 11224 prevede il controllo generale dell’impianto antincendio al raggiungimento del suo 12° anno di età, introducendo per i rivelatori puntiformi di fumo, lineari, ad aspirazione e di fiamma, l’obbligo di revisione, sostituzione o verifica con prova pratica di corretto funzionamento, al fine ultimo di garantire la reale efficienza dell’impianto in rispondenza ai requisiti iniziali per il quale è stato progettato.
Notifier Italia, marchio distribuito dalla Datacom Tecnologie di Firenze, rende disponibile alla clientela il Servizio di Revisione e Pulizia in fabbrica dei rivelatori puntiformi di fumo, garantendo la completa rigenerazione per apparati aventi normale anzianità o la revisione parziale per quelli aventi anzianità media.

A tale scopo Notifier presenta anche POL-200-TS: è un dispositivo portatile, dotato di display touch e interfaccia grafica intuitiva. Aiuta l’installatore a verificare, programmare, testare e manutenere gli impianti di rivelazione incendi indirizzati Notifier.

POL-200-TS supporta le attività del manutentore legate alle prescrizioni della nuova norma UNI 11224, con particolare riferimento alla pulizia dei rivelatori di fumo.

Per tutti i dettagli è disponibile la brochure illustrativa sottostante. Contatta senza problemi anche i tecnici commerciali di Datacom alla mail info@datacomtecnologie.it.

Sicurezza 2019: per Inim la parola d’ordine è “intelligenza aumentata”

Siamo alle porte di Fiera Sicurezza 2019 e Inim Electronics si prepara a presentare tutte le proprie novità nel segno dell’intelligenza aumentata. Dal 13 al 15 novembre 2019 puoi trovare l’azienda di Monteprandone al padiglione 5, stand B12-C19 e A24-B23 di FieraMilano a Rho.

Regine dello stand in fiera saranno le centrali antintrusione SOL, SmartLiving e Prime, le quali mettono al centro i concetti di semplicità, automazione e integrazione, senza tralasciare il design. La domotica favorisce invece ulteriori prestazioni a vantaggio del cliente finale, legate all’IoT, all’Inim-Cloud, alle app e all’integrazione con le più diffuse piattaforme domotiche (vedi il nostro precedente articolo).

Questi aspetti vanno ad abbracciare anche il settore antincendio. Previdia raccoglie in un unico sistema rivelazione incendi, spegnimento, Evac, rivelazione gas e controllo illuminazione di emergenza, il tutto con un servizio cloud di gestione remota che segue la norma Uni 11224.

La parola d’ordine per l’azienda di Monteprandone è l’Intelligenza Artificiale, che sfrutta il wireless, le connettività cloud e internet, il tutto con il fine di integrare più sistemi. L’Augmented Intelligence è il filone chiave del settore sicurezza oggi e Inim, con la sua ricerca, lo sta perseguendo. La mission aziendale è diventare per i clienti un punto di riferimento unico nel campo della sicurezza a 360 gradi. Questo anche da un punto di vista formativo, visto che il mercato dell’antintrusione tende sempre di più a vedere attori che operano con sistemi di dubbia qualità e non in linea con gli obblighi di legge.

Per informazioni sui prodotti Inim puoi chiedere anche Datacom Tecnologie di Firenze, distributore autorizzato, alla mail info@datacomtecnologie.com.

GDPR e videosorveglianza: le norme da seguire

Spesso si sente parlare di GDPR, ma nello specifico cosa è?

Il General Data Protection Regulation, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Europea il 4 maggio 2016 e divenuto operativo a partire dal 25 maggio 2018, si occupa di trattamento dei dati personali e di privacy. Nonostante non si occupi solo di videosorveglianza ma in realtà abbracci un po’ tutto l’ambito della privacy, il contenuto del GDPR entra nella legge italiana accompagnandosi al Provvedimento del Garante della Privacy del 2010. Quest’ultimo si focalizza sugli aspetti dell’inquadratura, ovvero della scena che l’apparecchio descrive, e dell’informazione tramite gli appositi cartelli. L’inquadratura deve riguardare il solo bene difeso e non andare oltre, per esempio in aree pubbliche. Il cartello invece rappresenta di fatto una informativa breve sulla privacy e deve essere visibile in ogni condizione di luminosità: deve contenere i nomi dei titolari e dei responsabili del trattamento delle immagini, che possono non essere la stessa persona fisica o giuridica. Il dipendente autorizzato a visionare le immagini deve farlo tramite una nomina apposita e una formazione relativa.

Le riprese posso essere conservate per 24 ore, estendibili a 48 ore. Solo le banche possono avere registrazioni che vanno indietro di sette giorni. Il prolungamento si può chiedere ed è a discrezione del Garante della Privacy.

Il GDPR parla al suo interno di “telecamere intelligenti”: trattasi di dispositivi evoluti con Intelligenza Artificiale a bordo. Questi riescono ad analizzare, rilevare e identificare caratteristiche fisiche e comportamenti dei soggetti ripresi tramite, per esempio, il riconoscimento facciale, dei suoni e dei rumori. Per il riconoscimento facciale serve una valutazione di impatto sulla protezione dei dati (D.P.I.A.- Data Protection Impact Assessment), ai sensi dell’articolo 35 del GDPR, da eseguire prima che venga attivato un impianto “intelligente” di TVCC. Si tratta di un documento di valutazione preventiva dei rischi derivanti dal trattamento dei dati che si intende effettuare come la violazione della privacy. Valutati i rischi, il titolare del trattamento, assistito dal responsabile che visiona e gestisce le immagini, deve poter individuare concrete misure tecnico-organizzative atte a ridurre, o ad annullare del tutto, certi rischi che, se elevati, devono essere sottoposti al Garante.

Nei luoghi di lavoro

Il Jobs Act (o meglio, l’articolo 23 del Decreto Legislativo del 14 settembre 2015 n. 151) ha aggiornato le disposizioni della Legge n. 300 del 20 maggio 1970. Oggi lo Statuto dei Lavoratori consente l’utilizzo di dispositivi per il controllo a distanza dei lavoratori in via esclusiva per “esigenze organizzativo-produttive, per la sicurezza sul lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale”, quindi non per controllare il lavoro e i comportamenti dei dipendenti. Se non c’è accordo con i sindacati o il sindacato non è presente in azienda, va richiesta esplicitamente un’autorizzazione all’installazione all’Ispettorato Territoriale del Lavoro. Il GDPR obbliga i datori di lavoro a informare i dipendenti sulla presenza di impianti di TVCC in azienda, attivi o meno, e sul trattamento dei dati. I lavoratori dovranno sapere chi gestisce le immagini riprese e solo le forze dell’ordine, in più alle persone designate, potranno visionare certe immagini. Le telecamere devono inquadrare punti sensibili alla vita aziendale e alla produzione, per esempio non possono andare in locali accessori come gli spogliatoi. Non rispettare certi parametri può portare a vertenze sindacali e, nei casi peggiori, a denunce penali.

Nei condomini

La differenza sta nelle aree che si vogliono controllare, se comuni o private. Nel primo caso, i condòmini devono decidere a maggioranza di voti e le aree interessate da TVCC devono essere spazi frequentati da tutti. Sta all’amministratore di condominio contattare le imprese fornitrici degli impianti e mettere il cartello “Area Videosorvegliata” (articolo 1122-ter del codice civile). In privato non deve violare il Codice della Privacy, quindi inquadrare soltanto proprie pertinenze.

Nei negozi

In questo caso valgono tutte le regole imposte dal Garante della Privacy del 2010 più quanto previsto dallo Statuto dei Lavoratori, se ci sono dipendenti. La circolare n. 5 del 19 febbraio 2018 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha intanto introdotto la possibilità di inquadrare direttamente i lavoratori, senza oscurane il volto: questo per far sì, per esempio, di sorvegliare le casse in uscita. Ovviamente il permesso viene concesso se la situazione viene ritenuta idonea.

Nelle abitazioni private

Chi mette a casa un impianto di TVCC non deve mettere obbligatoriamente il cartello di segnalazione. Il parere n. drep/ac/113990 del 7 marzo 2017 del Garante della Privacy mostra dunque l’assenza di limiti anche nella conservazione dei filmati, salvo che gli impianti di ripresa non invadano lo spazio altrui e che si rispetti il diritto alla privacy di ognuno.

Nel caso delle ville o grandi residenze la ripresa può allargare il suo sguardo purché non si inquadrino i volti delle persone che passano. Per i videocitofoni, l’importante è non utilizzare le immagini video per altri scopi che non siano di sicurezza personale.

Il reato di “interferenza illecita nella vita privata” prevede una reclusione da sei mesi a quattro anni e il rischio di dover pagare un risarcimento morale nei confronti di colui che è stato ripreso illecitamente dalle telecamere.

Colf, badanti e babysitter

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro, con la nota 1004/2017, spiega che “Il rapporto di lavoro domestico è sottratto alla tutela dello Statuto dei Lavoratori (legge n. 300/1970) poiché, in questo caso, il datore di lavoro è un soggetto privato, non organizzato in forma di impresa”. I collaboratori domestici devono essere informati e, se non danno il loro consenso, non possono essere ripresi. Le immagini in ogni caso devono servire per la sicurezza della casa e non per controllare il personale.

Datacom Videosorveglianza

Il nuovo prodotto web Datacom Videosorveglianza consente di gestire tutte le varie pratiche richieste dalla legge in una sola piattaforma: vai su http://www.datacomtecnologiegdpr.it/ per saperne di più oppure contatta i nostri uffici a info@datacomtecnologie.it.

Datacom Videosorveglianza: la novità per metterti in regola con il GDPR

Datacom Tecnologie di Firenze lancia sul mercato una novità per aiutare gli installatori di sicurezza a ottemperare a tutti gli obblighi in materia di privacy, in base anche al nuovo regolamento europeo GDPR.

Con Datacom Videosorveglianza gli installatori e i distributori di impianti di videosorveglianza possono contare su uno strumento che semplifica tutte le procedure.

Chi installa un impianto di TVCC, secondo le normative continentali, deve seguire una serie di adempimenti come, per esempio, il principio di necessità, la descrizione dell’impianto e della tipologia di telecamere, la domanda alla direzione territoriale del Lavoro (qualora ci fossero dipendenti e non fosse presente internamente un sindacato), l’informativa estesa, le lettere di incarico e i mansionari al responsabile e, se designati, agli incaricati, una cartellonistica a norma europea con QR Code o link all’informativa.

Tramite il sito www.datacomtecnologiegdpr.it è possibile ricostruire la mappa del proprio impianto di TVCC con tutti gli elementi che lo compongono come telecamere, schermi, impianto di registrazione, eccetera. La comodità sta anche nell’inserimento degli elementi con un pratico sistema “drag and drop”. Attraverso un percorso guidato, è possibile produrre tutta la documentazione in modo da essere pienamente in regola con la normativa. Inoltre tutti i documenti possono essere modificabili nel tempo grazie anche a una archiviazione su cloud.

Il servizio offerto da Datacom è stato certificato anche dall’Accademia Italiana Privacy che ne ha testato la conformità con il GDPR.

Con la sua nuova sezione ADEMPIMENTI FLASH, ogni installatore potrà infine generare in pochi secondi una nuova cartellonistica con link alla relativa informativa pronta on-line: tutto in automatico (vedi il filmato).

Due le modalità di utilizzo: in accesso diretto, così da compilare tutti i documenti in maniera autonoma, o con un servizio “senza pensieri”, tramite il quale i nostri esperti compileranno tutte le pratiche, fino a quelle da inviare alla direzione territoriale del Lavoro e alla ricezione dei nulla osta.

Per ogni chiarimento o delucidazione vai sul sito www.datacomtecnologiegdpr.it oppure scrivi a u.chiatti@datacomtecnologie.it.

Fino alla fine dell’anno 2021, con Datacom Tecnologie puoi ottenere gratis la cartellonistica conforme al GDPR e l’informativa sulla Privacy per i tuoi clienti. Scopri come: contattaci allo 055.696706 o chiedi direttamente al tuo commerciale di riferimento!

Fiera Sicurezza, ecco i corso di Alta Formazione di Inim

Numerose le sessioni corsistiche previste da Inim nell’ambito di Sicurezza 2019, la fiera internazionale di Rho dedicata alle novità del settore.

Qui sotto è disponibile un prospetto di tutti gli appuntamenti in programma. Alcuni di questi saranno anche condotti da docenti dell’Università Politecnica della Marche, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione.

Le iscrizioni devono essere effettuate almeno mezz’ora prima di ogni appuntamento allo stand Inim (padiglione 5, stand B12-C19). Per ogni necessità pupi scrivere anche a Datacom Tecnologie di Firenze, partner di Inim, all’indirizzo info@datacomtecnologie.it.

Inim: è qui la festa a Sicurezza 2019!

Inim celebra la sua presenza a Sicurezza 2019, dal 13 al 15 novembre a FieraMilano, con un party davvero spettacolare e dedicato ai propri clienti più fidati. La festa è in programma alle 18 di giovedì 14 novembre, padiglione 5, stand B12-C19. Per l’occasione ci sarà un buffet, tanta musica live e la premiazione dei vincitori del concorso Inim & Drive.

Puoi chiedere a marketing@inim.biz i codici omaggio per partecipare. Scrivi anche a info@datacomtecnologie.it per saperne di più e avere dei biglietti per la kermesse.

Il modulo RMA: la sua importanza e come si utilizza

Tante volte gli installatori si trovano di fronte a un modulo, come quello in calce a questo articolo, pensando alla solita “burocrazia”. Per un’azienda che si occupa di distribuzione di sistemi di sicurezza, come può essere la Datacom Tecnologie di Firenze, il modulo RMA è invece un elemento fondamentale per capire i difetti di un prodotto e, soprattutto, contribuire alla soluzione del problema.

Come funziona la procedura? Quando un prodotto si guasta nel periodo di garanzia, il cliente è tenuto a compilare il seguente form. In questo modo si possono inserire i vari riferimenti dell’oggetto: dal codice prodotto alla fattura di acquisto, fino all’elenco dei problemi riscontrati.

Compilare un modo RMA è pratico e veloce: soprattutto, è indispensabile per chi acquista un prodotto, anche per spedizione, e vuole farlo visionare a un tecnico. Datacom, come del resto altri distributori, non accetta oggetti da riparare se non opportunamente correlati da modulo RMA. Quindi, se hai finito di leggere l’articolo, stampane subito una copia!

Per qualsiasi info di compilazione, scrivi a info@datacomtecnologie.it.

Alla Datacom arriva il manuale delle tecnologie di sicurezza

Datacom Tecnologie di Firenze presenta la nuova edizione del “Manuale delle tecnologie di sicurezza“. Il volume è edito da Assosicurezza, l’associazione nazionale dei costruttori e distributori di sistemi di sicurezza, in collaborazione con IMQ (istituto italiano del marchio di qualità).

Il volume, in 636 pagine, espone le tecnologie dei sistemi antintrusione, antifurto, antiscasso, videosorveglianza, controllo accessi, controllo varchi, antincendio e rivelazione gas e si pone come uno strumento basilare di informazione e di formazione per gli addetti alla sicurezza, compresi i progettisti e i consulenti. La prima edizione, con tiratura tremila copie, fu esaurita, per questo ne è stata fatta una nuova versione aggiornata.

Il testo viene presentato anche a Sicurezza 2019 a FieraMilano: l’appuntamento è per il 13 novembre alle 10.30 allo stand S News (pad.7, stand F21-G22). Saranno presenti gli autori del libro, vale a dire Vincenzo De Astis e Franco Dischi.

Datacom Tecnologie ha aperto le prevendite del libro, che può essere quindi ritirato anche nella propria sede di via Arrigo Da Settimello a Firenze. Per info e prenotazioni, scrivere a info@datacomtecnologie.it.

Sicurezza: gli espositori della fiera crescono del 16%

Manca meno di un mese a Sicurezza 2019, la fiera internazionale dedicata a tutte le novità del settore. L’appuntamento è a FieraMilano di Rho dal 13 al 15 novembre: ricordiamo che Datacom Tecnologie di Firenze regala ai propri clienti dei biglietti di ingresso alla manifestazione (clicca qui per maggiori informazioni).

Rispetto alla scorsa edizione il numero degli espositori è cresciuto del 16% ed è arrivato a sfiorare quota 540. Tra questi ci sono anche Hikvision e Inim, marchi distribuiti proprio dalla Datacom.

Tra i prodotti più attesi quelli dedicati alle smart solutions, alla domotica, all’integrazione e alla digitalizzazione. Tra questi ci sono le telecamere intelligenti che avvertono in caso di potenziale rischio, soluzioni antintrusione gestibili da remoto, sistemi integrati su cloud, biometria, identificazione facciale, intelligenza artificiale o i droni. Tanti anche gli eventi di formazione organizzati dalla Ethos Academy (padiglione 7, stand S01-T02) durante i tre giorni della kermesse.

Lo stesso biglietto permette la visita anche della manifestazione Smart Building Expo, l’evento dedicato alle tecnologie digitali per l’edificio in rete e la smart city.

Per ogni curiosità, scrivi a info@datacomtecnologie.it.

Conformità degli impianti: come si compila la dichiarazione obbligatoria

La dichiarazione di conformità degli impianti è quel documento che ogni installatore di videosorveglianza deve rilasciare al committente, al termine dei lavori e delle verifiche previste dalla normativa vigente, come quelle relative alla funzionalità. L’obbligo di redigerla è sancito dal Decreto Ministeriale 37 del 2008, modificato dal decreto del 19 maggio 2010. Il testo prevede un apposito modello in cui devono essere inseriti alcuni elementi fondamentali:

  • i dati della società installatrice e del committente;
  • una descrizione schematica dell’impianto eseguito con le indicazioni sul tipo di lavori (nuovo impianto o azione sull’esistente);
  • i dati sul luogo di intervento e la sua destinazione d’uso.

Tramite la dichiarazione di conformità l’installazione si prende la responsabilità di aver eseguito lavori a regola d’arte, come chiede la legge e nel rispetto delle norme tecniche, con le verifiche che devono essere state eseguite e superate positivamente. Nella documentazione vanno inseriti obbligatoriamente come allegati il progetto e lo schema dell’impianto, i materiali utilizzati, i riferimenti a eventuali dichiarazioni di conformità precedenti, una copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali della società installatrice e l’attestazione di conformità per impianto nel caso realizzato con materiali o sistemi non normalizzati. L’installatore ha poi la facoltà, e non l’obbligo, si inserire altri documenti legati all’impianto come i report sulle verifiche fatte prima della messa in funzione.

Chi non ottempera a queste norme rischia delle sanzioni. La legge prevede ammende dai cento ai mille euro sulla base anche del tipo di impianto e del luogo dove si è andato a configurare. Quindi per chi opera nel settore della sicurezza è molto importante seguire attentamente le norme per non avere brutte sorprese.

In ogni caso i tecnici della Datacom Tecnologie di Firenze sono a disposizione all’indirizzo mail info@datacomtecnologie.it per ogni ragguaglio e consiglio.