Quando si può definire un impianto di sicurezza “a regola d’arte”?

Uno dei temi che interessano gli installatori di sicurezza è quello della cosiddetta “regola d’arte”, ovvero quando un lavoro è fatto alla perfezione e non comporta quindi rischi per chi ci lavora e per chi usufruisce dell’opera. Tale locuzione però trova varie interpretazioni a livello normativo italiano, per questo motivo in questo articolo cerchiamo di capire quali sono le normative che indirizzano gli installatori verso questa direzione, anche per non incombere in rischi a livello giuridico qualora qualcosa – si spera sempre di no – andasse storto.

Partiamo da un presupposto: a livello normativo il settore sicurezza è caratterizzato da moltissime norme e disposizioni normative le quali rischiano talvolta di essere persino antitetiche se non in contrapposizione, relativamente alla responsabilità civile e penale. Un dato di fatto è come gli installatori di sicurezza di fatto vengano associati al settore degli impiantisti elettrici dove alcune parti sono spesso affini se non in comune. In tal senso, il perimetro normativo viene determinato dalle norme CEI/UNI, dal DM 37/08 e dalla Legge numero 186/68. Quando un installatore non rispetta i vincoli di contratto con il committente, la giustizia civile lo può interessare sia per il danno contrattuale che per quello extracontrattuale qualora la cosiddetta “regola d’arte” non venisse rispettata quindi senza prestare quella “diligenza tecnica” legata alle capacità del professionista e alle proprie cognizioni “tecnico-normative”. In caso di rispetto della discrezionalità tecnica oppure di un’imposizione di un’esigenza ritenuta dall’installatore non congrua al lavoro da svolgere, il professionista non deve rispondere del danno davanti a un giudice.

Per entrare nel quadro normativo e capire dove si posiziona la “regola d’arte”, bisogna prendere come riferimenti l’articolo 2224 del Codice Civile, nel quale “il prestatore d’opera è tenuto a procedere all’esecuzione dell’opera secondo le condizioni stabilite dal contratto e a regola d’arte”, oppure la Legge 186/1968 sulle “Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici”. Si legge, nel suo testo: “Articolo 1 – tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere realizzati e costruiti a regola d’arte; Articolo 2 – i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici realizzati secondo le norme del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) si considerano costruiti a regola d’arte”.

Ancora si può andare a leggere la Legge n° 46/1990 sulle “Norme per la sicurezza degli impianti”, sostituita dal DM n° 37/2008 “Regolamento sul riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici”. L’articolo 6 del decreto recita: “Le imprese realizzano gli impianti secondo la regola dell’arte, in conformità alla normativa vigente e sono responsabili della corretta esecuzione degli stessi. Gli impianti realizzati in conformità alla vigente normativa e alle norme dell’UNI, del CEI o di altri Enti di normalizzazione appartenenti agli Stati membri dell’Unione europea o che sono parti contraenti dell’accordo sullo spazio economico europeo, si considerano eseguiti secondo la regola dell’arte”.

Un quesito che ci si pone è: come si lavora a “regola d’arte” quando le norme tecniche (CEI/UNI, eccetera) non trovano applicazione? La domanda viene quando si va a leggere il Decreto Legislativo 81/2008 (il Testo Unico sulla “Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”), il quale all’articolo 81 recita: “comma 1 – tutti i materiali, i macchinari e le apparecchiature, nonché le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere progettati, realizzati e costruiti a regola d’arte; comma 2 – ferme restando le disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto, i materiali, i macchinari, le apparecchiature, le installazioni e gli impianti di cui al comma precedente, si considerano costruiti a regola d’arte se sono realizzati secondo le pertinenti norme tecniche”.

Una soluzione la può fornire la locuzione “Bonus pater familias” che troviamo talvolta nei contratti o comunque nei documenti aventi valore legale. La cosiddetta attenzione del buon padre di famiglia (vedi articolo 1176 del Codice Civile) prevede infatti una condotta che sia prudente, diligente e con un particolare grado di perizia, affinché non possa sussistere una colpa. Il problema è che diventa difficile, a oggi, avere strumenti per certificare che un lavoro sia fatto “a regola d’arte”. Una ciambella di salvataggio è offerta dalla conoscenza delle regole tecniche e giuridiche da seguire: se non altro avere un approccio alle normative di alta specializzazione permette di affrontare con maggiore serenità tutti i problemi facendo in modo che il livello di sicurezza venga garantito al massimo possibile. Ovviamente c’è sempre un però dettato dal tempo: quello che oggi è a norma non è detto domani lo sia. Agli installatori ovviamente non viene chiesto però di prevedere le scelte future dei legislatori o degli enti normativi come CEI e UNI, ma di rispettare quelle attuali.

Videosorverglianza nelle scuole: come fare?

Qual è la procedura per installare un sistema di videosorveglianza (TVCC) nelle scuole? L’argomento è complesso e qui proveremo – dopo aver tracciato le principali norme di riferimento da osservare in fase di progettazione di un sistema di videosorveglianza – a spiegare cosa deve concretamente fare un dirigente scolastico che, nella qualità di Titolare del Trattamento, è tenuto a rispettare tutti gli adempimenti che si impongono nella prassi corrente per l’installazione e l’utilizzazione dell’impianto in questione. Come è stato in precedenza osservato, i sistemi audiovisivi, per la loro peculiare pervasività, possono impattare sulla privacy di ciascuno, sicché il Titolare del Trattamento deve dimostrare di avere adottato tutte le misure tecniche ed organizzative più adeguate, sotto il profi lo della protezione dei dati personali, nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento UE 2016/679 (principio di accountability) ed a tutela della dignità e della riservatezza dei propri dipendenti. L’art. 5, par. 2 del Regolamento indirizza l’attività del dirigente, al quale spetta comprovare la conformità delle attività di trattamento con il Regolamento stesso e l’efficacia delle misure idonee adottate, tenendo conto della natura, dell’ambito di applicazione, del contesto e delle finalità del trattamento, nonché del rischio per i diritti e le libertà delle persone fisiche.

Il diritto del lavoro

Il dirigente deve tenere conto che – essendo l’istituto che dirige un luogo di lavoro a tutti gli effetti – la realizzazione dell’impianto deve essere compatibile con le norme contenute nella L. n. 300/1970, c.d. Statuto dei Lavoratori, che rappresenta la disciplina più importante a tutela della libertà e della dignità dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Nel dettaglio l’art. 4, così come modificato dal Jobs Act, evidenzia che gli impianti di videosorveglianza possono essere installati solo per “esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale e possono essere installati previo accordo collettivo stipulato dalla rappresentanza sindacale unitaria o dalle rappresentanze sindacali aziendali”. Nessun impedimento dunque per il dirigente scolastico che voglia mettere in sicurezza l’Istituto ed i beni della Scuola dal rischio di furti o di eventuali episodi vandalici, a condizione che vengano tuttavia osservate alcune specifiche ed imprescindibili finalità connesse alle esigenze organizzative e produttive, alla sicurezza del lavoro ed infine alla tutela del patrimonio scolastico. Sono soltanto queste la ragioni che consentono di installare un impianto del genere, come sottolineato dalla Circolare dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, n. 5 del 19 Febbraio 2018.

La procedura

Prima di procedere alla fattiva realizzazione del progetto di videosorveglianza, il dirigente scolastico dovrà essere debitamente autorizzato dagli organi competenti, attivando le procedure concertative. In primo luogo, occorrerà ottenere il buon esito dell’accordo collettivo stipulato dalle rappresentanze sindacali in essere all’istituto, precisando nel relativo verbale che trattasi di un impianto esclusivamente predisposto per ragioni di sicurezza all’interno ed all’esterno da eventuali atti illeciti ed a tutela del patrimonio scolastico da eventuali episodi di furti e vandalismo, restando esclusa ogni altra finalità di controllo diretto e a distanza dell’attività dei lavoratori, nello svolgimento della loro prestazione, in ossequio al dettato normativo dell’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori. Inoltre dovrà essere specificato che le riprese sono esclusivamente circoscritte alle sole aree indicate nella planimetria allegata dalla ditta installatrice, garantendo la privacy e la riservatezza di studente e personale scolastico, con esclusione dalle riprese dei luoghi di lavoro del personale e dei servizi igienici e con attivazione degli impianti soltanto negli orari di chiusura dell’Istituto. Inoltre è necessario ribadire che le attività di trattamento relative alla registrazione, alla conservazione ed all’utilizzo dei dati avverranno nel rispetto di quanto stabilito dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali e in ossequio alle linee guida sul trattamento dei dati personali attraverso dispositivi video (vedi European Data Protection Board n. 3/2019).

Il ruolo dell’Ispettorato del Lavoro

Nell’ipotesi in cui non si dovesse raggiungere un accordo con le rappresentanze sindacali, l’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori prescrive che, in mancanza di accordo, gli impianti e gli strumenti di videosorveglianza possono essere installati previa autorizzazione della sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, rilasciata a seguito di istruttoria (di competenza del dirigente scolastico, che dovrà indicare le specifiche finalità per le quali si richiede la singola autorizzazione da parte dell’Ufficio ispettivo). Una volta ottenuto il provvedimento autorizzativo, il dirigente dovrà rendere note tutte le aree sottoposte a videosorveglianza, con adeguata segnalazione e predisposizione di informative specifiche, comprensibili ma dettagliate, nel rispetto di quanto stabilito dal menzionato art. 4 e dalle vigenti disposizioni generali in tema di protezione dei dati personali.  

Hik-ProConnect al centro dell’Hikvision Spring Campus del 5 maggio in Datacom

Nuovo appuntamento a Firenze con Hikvision Spring Campus. Organizzato in collaborazione con Datacom Tecnologie, si parlerà di Hik-ProConnect nel pomeriggio di giovedì 5 maggio 2022 con l’incontro al via alle ore 14.30 nella sala corsi dell’azienda, in via Arrigo da Settimello 5/7.

Hikvision Spring Campus è un imperdibile momento di formazione e crescita professionale per scoprire le tante novità di Hikvision sia a livello tecnologico che di prodotto. Il corso, dedicato agli Installatori e completo di dimostrazioni pratiche, ha lo scopo di presentare e formarvi sulla soluzione di sicurezza, convergenza e management basata su cloud, Hik-ProConnect.

Gli argomenti trattati saranno: caratteristiche della piattaforma, convergenza e Business Management, come gestire le programmazioni e manutenzioni dei dispositivi, prestazioni di sicurezza, licenze d’uso e scenari applicativi, esercitazioni pratiche con licenza gratuita e a pagamento.

Per partecipare all’evento sarà necessario presentare il Green Pass ed essere muniti di mascherina. I partecipanti dovranno portare un telefono cellulare carico per effettuare il test di fine corso. L’evento si terrà nel totale rispetto delle norme anticovid.

Per iscriversi è possibile farlo tramite la piattaforma Eventbrite, cliccando qui.

Formazione: al via la prima edizione della Inim Academy Fire

La normativa di riferimento nel settore delle installazioni e manutenzioni dei sistemi automatici rivelazione ed allarme incendio sta evolvendo molto rapidamente, nel solco di un’ulteriore attenzione alla qualifica, preparazione e competenza del personale operante su tali sistemi. Di conseguenza questa nuova spinta verso una formalizzazione dei requisiti tecnici minimi degli installatori e manutentori antincendio offre indubbiamente un’occasione molto importante per accrescere e valorizzare le competenze di tutti coloro che operano in questo settore.

In questo contesto Inim è orgogliosa di annunciare la prima edizione della Inim Academy Fire, iniziativa rivolta agli installatori e manutentori di sistemi antincendio che utilizzano apparecchiature della casa di Monteprandone. L’intento è quello di formare dei professionisti preparati e competenti che ambiscano a proporsi sul mercato in maniera autorevole e vincente.

La prima edizione si terrà in parte da remoto (due sessioni webinar nei giorni 29 aprile e 10 maggio) e in parte in presenza presso la sede Inim (dal 4 al 6 maggio): il programma è scaricabile cliccando qui. Qui sotto in allegato è possibile consultare il documento “Presentazione Inim Academy Fire.pdf” che definisce obiettivi, struttura e finalità del corso ed un programma dettagliato di quest’ultimo. Per quanto concerne le iscrizioni, invece, si deve far riferimento all’allegato “Istruzioni accesso Forms per registrazione Inim Academy Fire.pdf”.

Possono iscriversi solo gli installatori che siano in possesso di un account Inim Installatore, tenendo conto che l’Inim Academy Fire è rivolta ai tecnici che abbiano già una buona conoscenza e familiarità con i sistemi incendio Inim, con particolare riferimento al sistema PREVIDIA. La prima edizione è riservata a 60 persone, per cui i distributori Inim sono invitati quanto prima a darne comunicazione. I costi relativi al corso, compresi i costi di vitto e alloggio, saranno a carico di Inim. Restano a carico dei partecipanti i costi di trasporto da e verso la sede di Inim. Dopo la partecipazione al corso e ai webinar (livello di attenzione minimo = 80%) gli installatori potranno accedere all’esame di un’ora che sarà possibile svolgere dal 12 al 18 maggio.

Ulteriori info possono essere richieste ai tecnici commerciali di Datacom Tecnologie alla mail info@datacomtecnologie.it e tramite il form Contatti del sito.

Uno standard per la professione di installatore di sicurezza: via all’inchiesta pubblica finale per il progetto di Norma UNI 1610032

UNI – Ente Italiano di Normazione, ha aperto una inchiesta pubblica finale per il progetto di Norma UNI 1610032: esperti di impianti di allarme intrusione e rapina, videosorveglianza, controllo accessi. Questo tipo di operazione serve a UNI per raccogliere i commenti degli operatori e a ottenere il consenso più allargato possibile prima che il progetto diventi una norma, soprattutto da parte di chi non ha potuto partecipare alla prima fase di elaborazione normativa: in questo modo al valore della trasparenza si unisce quello della democraticità.

L’inchiesta pubblica finale è stata aperta dal 29 marzo al 28 maggio 2022, con l’intento di definire i requisiti relativi all’attività professionale di progettisti, installatori e manutentori di impianti di allarme intrusione e rapina, videosorveglianza, controllo accessi attraverso l’individuazione di compiti, attività e requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità.

Lo strumento messo a disposizione per l’inchiesta pubblica finale è la banca dati dei progetti di norma UNI in fase di inchiesta pubblica. Per ogni progetto fornisce: codice progetto, titolo, sommario, codice ICS, organo tecnico UNI competente, testi completi in pdf dei progetti di norma nazionali (sono esclusi i recepimenti di norme EN e le adozioni di norme ISO), date di inizio e fine inchiesta. Per ogni progetto è possibile inviare i commenti online.

Nel caso della proposta di UNI 1610032, scaricabile anche dal nostro sito cliccando qui oppure guardando il player qui sotto, vengono definiti i requisiti per la qualifica dell’installatore e della sua formazione professionale, gli aspetti etici e deontologici della professione, oltre a tutti i riferimenti normativi a cui chi opera nel settore deve sottostare.

Per inviare un commento online a UNI, è possibile cliccare qui e accedere all’apposita area.

Hikvision, Spring Campus in Datacom con AXPro

Datacom Tecnologie di Firenze torna a ospitare la formazione gratuita di Hikvision. Lo fa con il ritorno dello Spring Campus e un evento dedicato ai prodotti della gamma AXPro. Hikvision Spring Campus è un imperdibile momento di formazione e crescita professionale per scoprire le tante novità di Hikvision sia a livello tecnologico che di prodotto, sempre molto apprezzato dai nostri clienti, occasione di crescita e soprattutto di confronto con i referenti di una delle principali case di produzione di sistemi di sicurezza e videosorveglianza.

Il corso è dedicato agli Installatori e completo di dimostrazioni pratiche: l’appuntamento è per giovedì 7 aprile 2022 alle 14.30 nella sala cosi di Datacom Tecnologie, in via Arrigo da Settimello 5/7 a Firenze.

Gli argomenti trattati saranno: caratteristiche della centrale, telecamere IP come rivelatori di allarme, presentazione novità, esercitazioni pratiche di configurazione e di gestione del sistema.

I partecipanti dovranno portare un telefono cellulare carico per effettuare il test di fine corso. L’evento si svolgerà nel totale rispetto delle norme anticovid: si richiede ai partecipanti di munirsi di mascherina e di presentare il Green Pass.

Ci si iscrive tramite Eventbrite, cliccando qui. Per informazioni rivolgersi a info@datacomtecnologie.it oppure scrivere tramite la nostra pagina Contatti.

Nuovo rivelatore di fumo in casa Inim: è BDH200

Novità di rilievo nell’offerta di sicurezza di Datacom Tecnologie:  si è infatti aggiunto al catalogo rivelazione incendio Inim un nuovo rivelatore di fumo lineare (barriera).

Il nuovo modello, che assume il codice BDH200, si affianca all’attuale BDH110 e fa parte della stessa famiglia di rivelatori a marchio TheFireBeam. Rispetto al predecessore, è ancora più semplice da comandare, vista l’assenza della tastierina di controllo, sostituita da una praticissima APP, disponibile sia per Android che iOS. Basta quindi uno smartphone (o un tablet) per gestire il modello BDH200.

 Questa novità unica nel mercato semplifica l’installazione del rivelatore e rende le operazioni di messa in servizio, manutenzione e controllo molto più pratiche e veloci.

La connessione tra smartphone/tablet e rivelatore avviene tramite collegamento bluetooth – da attivare dal dispositivo attraverso la scansione di un QR Code- che garantisce una portata di circa 20 metri in aria libera. E’ necessaria anche una procedura di registrazione della app seguendo dei semplici passando e inserendo dati quali nome dell’azienda, email e una password.

Il nuovo rivelatore BDH200, al pari del precedente modello mantiene la funzione di auto-allineamento motorizzata, ha ottenuto tutte le certificazioni necessarie (disponibili sul sito Inim cliccando qui) e può essere alimentato da Loop tramite il modulo EU311.

Il massimo numero di rivelatori alimentati da un singolo loop è fissato a 20, previa verifica delle cadute di tensione e restanti consumi del loop mediante la sezione “Loop Calculator” contenuta nel software Previdia/STUDIO.

Il prezzo del nuovo BDH200 rimane uguale a quello del modello BDH110, in base alle disponibilità potrebbe venire consegnato uno dei due modelli in alternativa.

Il nostro reparto di assistenza tecnica è a disposizione per eventuali chiarimenti tecnici, scrivendo a info@datacomtecnologie.it o tramite il form Contattaci. Allo stesso modo alleghiamo il manuale (disponibile cliccando qui), per consentirvi di esplorare ogni specifica del prodotto e porci le domande che preferite. 

Ajax oltre il conflitto: ecco le novità dell’azienda ucraina

Lo scorso 12 marzo il blog di Datacom Tecnologie aveva rassicurato i clienti che utilizzano i sistema Ajax che l’azienda ucraina, nonostante il conflitto, aveva comunque attivato delle azioni per non interrompere la propria presenza sul mercato, mettendo comunque al sicuro oltre seicento dipendenti e le loro famiglie. Le spedizioni regolari ai partner sono state ripristinate dal 9 marzo.

Riprendendo quanto detto, Ajax come previsto presenterà i suoi nuovi prodotti al mercato mettendo così a disposizione degli installatori e dei client finali delle innovative soluzioni di sicurezza.

Tra questi spicca la linea di dispositivi di sicurezza cablati Fibra, capace di avere tutti i vantaggi dei prodotti wireless Jeweller con un consumo energetico cento volte più basso rispetto alla media dei rilevatori digitali cablati sul mercato. Una linea di 2000 metri può coprire anche un edificio a più piani con una trasmissione dati criptata. I dispositivi sono dotati di tecnologie antisabotaggio, il sistema è veloce da installare e permette un controllo da remoto tramite smartphone.

Altra novità è rappresentata da MultiTransmitter, modulo di integrazione che supporta 2/3EOL il quale riceverà il supporto per il collegamento dei rivelatori con due e tre resistori. In questo modo, potrà distinguere più tipi di eventi dai rilevatori cablati connessi, rendendo la ristrutturazione più flessibile. Sarà possibile avere allarmi multi zona nelle proprietà commerciali e un numero maggiore di rilevatori compatibili.

Ajax ha poi risolto il problema della privacy mettendo sul mercato due versioni di MotionCam, con e senza l’opzione “Foto su richiesta”. Agli inizi infatti la fotocamera di questa gamma di rilevatori si attivava solo in presenza di un allarme, quindi in linea con la questione della tutela dei dati personali. Essendo però molto presente sul mercato la richiesta di dispositivi che possano scattare foto a richiesta, Ajax ha lavorato sui propri rilevatori, di fatto reinventandoli, offrendo ai clienti maggiori opzioni per la fotoverifica.

Infine la casa ucraina ha in rampa di lancio Socket, la presa intelligente di tipo G. La versione britannica del dispositivo avrà un pulsante funzionale che consentirà di controllare la presa senza l’app o Button. Inoltre, le impostazioni diventeranno più flessibili: una soglia massima di corrente configurabile, regolazione precisa della luminosità e azzeramento del contatore di potenza elettrica. La nuova presa Ajax avrà un raggio di comunicazione over-the-air senza precedenti: fino a sette volte più lungo della concorrenza nel settore della domotica. Un raggio massimo fino a 1100 metri di connessione crittografata bidirezionale che non dipende dal Wi-Fi.

I tecnici commerciali di Datacom Tecnologie di Firenze restano a completa disposizione per informazioni, spiegazioni del prodotto e qualsiasi necessità alla mail info@datacomtecnologie.it oppure tramite il form Contattaci.

Tanti clienti Datacom al Focus Tour di Firenze!

Un’occasione da non perdere per la formazione nel settore antincendio: ecco perché non ha deluso le aspettative la tappa del “Focus Tour” di Assosicurezza che è stata ospitata dall’Italiana Hotels Florence nel pomeriggio di venerdì 18 marzo. All’evento erano presenti anche molti clienti di Datacom Tecnologie di Firenze e lo stesso staff dell’azienda, che ha scelto di affiliarsi ad Assosicurezza e da sempre crede nel valore della formazione continua come elemento di crescita degli installatori e dei progettisti.

Il seminario aveva come tema “Gli impianti di rivelazione ed allarme incendio (IRAI), alla luce del codice di prevenzione incendi. Prevenzione incendi, cavi speciali ed evacuazione sonora”. Nel corso del pomeriggio si sono alternati vati esperti del settore quali Piergiacomo Cancelliere, Primo dirigente Corpo Nazionale VVF, Roberto Megazzini di Paso Spa, Stefano Morelli di Inim Electronics Srl e Cristiano Montesi, CEO di Elan Srl. L’appuntamento, che coinvolgeva anche il Collegio dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati della Provincia di Firenze, si è chiuso con un momento finale di convivialità e un apericena.

Datacom Tecnologie coglie l’occasione di ringraziare i propri clienti per la partecipazione, come sempre pronta a comunicare nuove iniziative formative in presenza e online: basta seguire i propri canali digitali quali newsletter, sito web e pagine social.

Ajax non si ferma nonostante il conflitto. Il suo impegno per la popolazione ucraina

In questi giorni di conflitto in Ucraina, nel mondo della sicurezza in molti si sono preoccupati di sapere quali siano state le conseguenze per Ajax, la casa produttrice di sistemi ormai apprezzatissimi sul mercato e distribuiti da Datacom Tecnologie di Firenze. Rassicurazioni arrivano comunque dallo stesso produttore, come si legge in un articolo della rivista S-News, per cui l’azienda oltre ad aver salvaguardato il proprio personale si è attivata anche per riprendere la consegna degli ordini e la produzione, oltre a prodigarsi in importanti campagne a sostegno del proprio Paese.

LA SITUAZIONE DEL FORNITORE

Per i clienti che hanno già sistemi Ajax installati nelle loro case e nelle aziende non ci sono state ripercussioni: il server infatti è collocato nei data centers Amazon in Irlanda e Germania, per cui il servizio non ha mai subito un minuto di interruzione.

“Ajax Systems, da quando è iniziata la guerra in Ucraina, non sta a guardare aspettando la pace. – ha fatto sapere l’azienda ucraina a S-News – stiamo facendo tutto ciò che è necessario per garantire la protezione e la sicurezza dei suoi dipendenti, dell’attività e delle forniture per i partners. Ad oggi Ajax Systems ha ricollocato oltre 600 dipendenti con le loro famiglie in regioni sicure dell’Ucraina o dell’Europa. L’azienda fa inoltre di tutto per assicurare che il suo lavoro e quello dei suoi partners continui come prima. In questo momento, l’azienda sta ricollocando le scorte di prodotti finiti e rilanciando i suoi impianti di produzione. Le spedizioni regolari ai partner sono state ripristinate questa settimana, il 9 marzo”.

L’IMPEGNO PER L’UCRAINA

Ajax Systems ha messo a disposizione alla popolazione ucraina, sia per Android che Ios, l’applicazione Air Alert, la quale informa istantaneamente dell’inizio e della fine di un’allerta della protezione civile nella regione. Non serve nessuna registrazione: l’utente deve solamente selezionare la regione. Air Alert non raccoglie i dati o la geolocalizzazione dell’utente.

L’app emette un avviso sonoro in caso di attacco aereo, un attacco chimico, una catastrofe tecnologica o altri tipi di allerte della protezione civile. Rispetto ad altre app simili, Air Alert è l’unica che supporta avvisi critici: significa che le notifiche vengono consegnate anche quando lo smartphone è in modalità silenziosa o sleep. Le notifiche dell’app ripetono le sirene della protezione civile nelle città, bisogna quindi prestare attenzione anche ai segnali delle sirene quando si riceve una notifica nell’app. L’app Air Alert è uno strumento aggiuntivo, non rappresenta il mezzo ufficiale di allerta della protezione civile.

Le sirene della protezione civile o altri canali di informazione non sono così efficaci nei quartieri più remoti o nuovi della città, nelle piccole città e nei villaggi – si legge sul sito della casa madre – pertanto è necessario disporre di uno strumento alternativo affidabile che invii allerte per monitorare la situazione. L’app riceve segnali direttamente dalle istituzioni ucraine a livello regionale, consentendo alle persone di reagire il più rapidamente possibile”.

Ajax fa infine appello ai distributori, agli installatori, ai progettisti e ai clienti finali per partecipare a una raccolta di beni di prima necessità: è stata stilata una lista con dei contatti, scaricabile cliccando qui.