Nella recente revisione, sono state apportate alcune importanti modifiche seguendo i principi di semplicità, modularità e usabilità. La norma è stata suddivisa in quattro grandi aree, ognuna analizzata nel dettaglio per migliorare l’efficienza e la chiarezza. Le quattro sezioni principali sono:

1. Analisi del rischio: ora offre agli operatori un metodo più oggettivo per calcolare la probabilità di un evento e il danno potenziale.

2. Sotto-impianti: si introduce il concetto di suddividere il progetto in sotto-impianti indipendenti, così da rendere la progettazione e la gestione più modulare e flessibile.

3. Progettazione: è stato adottato un nuovo metodo basato esclusivamente su tabelle, che rende il processo di progettazione più trasparente e facile da seguire. nn4. Integrazioni: è stato introdotto un nuovo indice chiamato IIS (Indice Integrativo di Sicurezza), che permette di riconoscere e valorizzare in modo oggettivo gli elementi aggiunti al progetto dell’impianto, migliorando la valutazione complessiva della sicurezza.

Un nuovo metodo di valutazione 

Nella versione più recente, il modo di analizzare il rischio è stato completamente rivisto. Nel 2012, si poteva scegliere tra sei tipologie di impianti e si faceva una valutazione soggettiva, basata su vari aspetti dei beni da proteggere e degli ambienti. Ora, invece, c’è un unico questionario che permette di quantificare in modo oggettivo sia la probabilità che si verifichi un evento criminoso, sia il danno che può derivarne, considerando anche aspetti come il danno diretto, indiretto e reputazionale. Per creare questo questionario, si analizzano tre aspetti principali:

1. Le caratteristiche del bene da proteggere: si valuta il tipo e il valore del bene, quanto è facile da rubare o riutilizzare, e il danno che si può causare sottraendolo.

2. L’area in cui si trova il bene: si considerano aspetti come se l’area è all’aperto o al chiuso, la sua posizione all’interno del fabbricato e le caratteristiche delle strutture perimetrali.

3. Le contromisure esistenti: si analizzano le misure di sicurezza già presenti. Grazie a questo questionario, il committente e il progettista possono lavorare insieme per valutare meglio la probabilità di un evento e il danno potenziale, ottenendo così un livello di rischio più preciso e un’indicazione più chiara sulla prestazione dell’impianto

Contromisure esistenti:

Vengono analizzate tre tipologie di contromisure:

Passive (come infissi resistenti e serrature)

Attive (come telecamere di videosorveglianza)

Organizzative (come portinerie o guardiania)

Con i dati raccolti, si valuta il rischio su una scala da 1 a 4, creando una matrice che combina probabilità e danno. Inoltre, sarà disponibile un tool online sul sito del CEI per compilare il questionario facilmente e ottenere un report PDF.

Logica modulare:

Ora si può suddividere l’area da controllare in sotto-aree indipendenti, ognuna con rischi e operatività diversi. Ogni sotto-area può essere gestita da un sotto-impianto autonomo, con un proprio livello di prestazione.

Più sottoinsiemi per gli impianti:

La norma ora utilizza un metodo tabellare semplice e univoco, eliminando la suddivisione precedente in tre sottoinsiemi.

I sottoinsiemi sono:

A: Rivelatori

B: Apparati essenziali

C: Apparati di notifica

D: Apparati e sistemi di deterrenza (opzionale)

E: Interconnessioni tra apparecchiature

Questo metodo permette di stabilire con precisione posizione, categoria e tipo di elemento da controllare, rendendo la progettazione più oggettiva e semplice.

Oltre il minimo:

Viene introdotto il nuovo IIS (Indice Integrativo di Sicurezza), che permette di valorizzare gli elementi aggiuntivi rispetto ai requisiti minimi, aumentando la sicurezza senza modificare il livello di protezione.

Tra le integrazioni ci sono:

Sotto-impianti concentrici

Rivelatori aggiuntivi rispetto alle tabelle standard

Funzionalità di deterrenza extra

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