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Dismissione delle reti 2G e 3G, come comportarsi con gli impianti di sicurezza?

Uno dei temi che le aziende oggi non devono sottovalutare in chiave sicurezza è il graduale passaggio che avverrà nelle linee telefoniche, con la dismissione delle linee 2G e 3G. Esistono infatti ancora molti sistemi di allarme in funzione che si appoggiano su questa tipologia di reti e il mancato adeguamento degli impianti rischia di lasciare scoperti i relativi ambienti presidiati. Oltre a questi ci sono anche i sistemi antincendio oppure quelli inerenti la rilevazione di guasti: senza una tecnologia adeguata (e un upgrade non è detto sia sufficiente), il rischio è che i segnali emessi non giungano poi al punto dove devono arrivare, vanificando la presenza di un’infrastruttura di protezione.

Si stima che in Italia centinaia di migliaia di sistemi di allarme siano a rischio a seguito di questo passaggio, che ancora non ha tempistiche precisi. Ci sono dei Paesi che hanno già disattivato le reti precedenti al 4G, in Italia è in corso un progressivo switch-off del 3G da parte di alcuni operatori telefonici. Il 4G infatti permette maggiore efficienza energetica, performance maggiori e servizi ulteriori per i clienti.

Pianificare una migrazione al 4G è fondamentale: la presenza di così tanti impianti da sostituire o aggiornare impegnerà moltissimi tecnici per cui si stima che – come accaduto per esempio in edilizia con il Superbonus 110% – i professionisti avranno agende piene e sempre meno tempo per ottemperare a tutte le richieste. Si consiglia quindi di intervenire per tempo, contattando il proprio installatore di fiducia. Inserire un nuovo impianto non deve rappresentare una spesa, ma un’opportunità: infatti il 4G e il 5G permettono di sfruttare potenzialità mutuate dall’Internet of Things (IoT) e dall’intelligenza artificiale, le quali permettono una maggiore capacità di analisi, di scambio e incrocio di dati, un’elaborazione più veloce per favorire decisioni rapide e quindi ridurre la percentuale di rischio.

Tanto per fare degli esempi: la videosorveglianza può riuscire a effettuare misurazioni in tempo reale, capire cosa sta accadendo mentre visualizza un evento. Applicazioni si possono vedere nella manifattura con il controllo delle macchine e dei relativi guasti, nel mondo dei trasporti per segnalare eventuali anomalie, oppure nel sistema sanitario per migliorare il monitoraggio e la capacità di intervento al di fuori delle strutture sanitarie (esempio emergenza/urgenza).

Un’azienda quindi ha un po’ di questioni di cui si deve occupare. Per prima cosa censire i sistemi connessi e l’operatore che li gestisce, capire se ci sono collegamenti con altri apparecchi e individuare chi all’interno dell’impresa si occupa di questi aspetti. Bisogna conoscere se ci sono reti mobili coinvolte, se ci sono comunicazioni basate su IP, se i sistemi sono aggiornabili al 4G e se esistono dei manuali da poter consultare. Una volta stilata una mappa delle priorità su cui intervenire, conviene infine mettersi in contatto con i professionisti del settore, pianificare con un provider quando effettuare l’aggiornamento della tecnologia, stabilire i rischi e valutarli, infine capire dove implementare il proprio sistema e in che modo.

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