Telecamere a scuola: come si deve comportare un dirigente

Parola d’ordine: chiarezza e informazione. È attorno a questi due concetti che ruota la possibilità per una scuola di poter installare dei sistemi di videosorveglianza. Approfondendo un argomento trattato recentemente, Datacom Tecnologie vuole fornire alcune indicazioni relative alle modalità con cui un istituto d’istruzione può procedere a inserire al proprio interno uno strumento importante per la sicurezza restando comunque in linea con il Regolamento europeo in tema di protezione dei dati personali (ex art. 5 GDPR) e le Linee Guida n. 3/2019 dei Garanti europei sul “trattamento dei dati personali mediante dispositivi video”, oltre alle normative legati ai luoghi di lavoro, come la scuola di fatto è (ex art. 4, L. n. 300/1970), in accordo con i sindacati e con l’Ispettorato, come avevamo scritto nell’articolo precedente.

Il dirigente scolastico, se decide di installare delle telecamere, è chiamato a svolgere una campagna di informazione e dimostrare che tutte le misure idonee sono state adottate in materia di raccolta delle immagini, registrazione, conservazione, l’eventuale trasmissione e gli utilizzi. C’è un tema importante che è appunto quello della gestione di questi materiali altamente sensibili, in un quadro di normative della privacy altamente restrittivo, tra l’altro in contesti dove la maggior parte delle persone presenti sono minorenni.

Ecco quindi che entra in gioco l’ex articolo 13 del GDPR il quale chiede che il titolare dell’impianto di registrazione fornisca a chi accede in un’area videosorvegliata tutte le informazioni relative al trattamento dei dati personali. Ciò si può fare o con un cartello a norma (e su questo di può aiutare Datacom Videosorveglianza) in cui si dà notizia dell’informativa sulla privacy prima di accedere al perimetro controllato dalle telecamere. Nel cartello, seguendo le considerazioni dell’Autorità Garante nazionale presenti nel Provvedimento dell’8 Aprile 2010, devono essere presenti indicazioni sul titolare del trattamento dei dati, la finalità delle riprese, ma non necessariamente la posizione delle telecamere: l’importante è che sia chiaro il raggio di azioni in modo tale che una persona possa essere libera di non accedere per non essere filmata oppure adeguare il proprio comportamento. Devono invece essere presenti riferimenti sull’articolo 13 del Regolamento: non importa che venga riportato integralmente, può bastare un QR Code o un link al web oppure un’affissione in una bacheca. I cartello deve essere ben visibile, di dimensioni accettabili, collocato in maniera ottimale (“all’altezza degli occhi”): su questo si sono raccomandati sia l’Autorità Garante nazionale quanto i Garanti europei.

Le informative utilizzabili possono essere classificate in due tipi. Quella di primo livello riguarda un cartello semplificato in cui si inseriscono le informazioni di cui abbiamo detto adesso, comprese quindi le identità del Titolare del Trattamento e del Responsabile della Protezione dei Dati. Un cartello di secondo livello, invece, specifica per esteso tutte le informazioni richieste dall’ex art. 13 del GDPR, vale a dire titolare e/o RPD, base giuridica, finalità del trattamento, oggetto del

trattamento, modalità di trattamento, periodo di conservazione dei dati e diritti degli interessati. In questo caso si raccomanda di scrivere il cartello in un linguaggio chiaro, fare in modo che questo sia accessibile con una congrua pubblicazione in bacheca e sul sito della scuola.

Infine, una scuola per gestire a regola d’arte l’installazione di telecamere, dovrebbe deliberare tramite il proprio Consiglio d’Istituto un Regolamento sull’utilizzo della Videosorveglianza, all’interno del quale trovino luogo le formule individuate per il trattamento dei dati personali e delle immagini oggetto delle riprese, in linea con il Regolamento UE n. 2016/679, con i Provvedimenti a carattere generale del Garante per la protezione dei dati personali e il WP29 (Working Party 29 dell’European Data Protection Board).

L’accesso motivato alle riprese di videosorveglianza è consentito: ecco perché

Uno dei temi che è particolarmente sentito in merito all’utilizzo della pubblica videosorveglianza è se le immagini riprese da uno degli impianti gestiti dal Comune e le rispettive polizie locali possano essere richieste dal cittadino qualora ne avesse bisogno. L’esempio più concreto è quello degli incidenti stradali: infatti se per esempio si subisce un tamponamento piuttosto che un danno dovuto a un’infrazione altrui, l’automobilista può logicamente pensare di poter accedere a questo tipo di servizio per meglio interfacciarsi con la compagnia assicurativa, per dimostrare il reale svolgimento dei fatti.

La Pubblica Amministrazione ha il limite per cui le immagini di videosorveglianza non possono essere conservate oltre i sette giorni dall’inizio della registrazione. Per cui arrivare tardi potrebbe voler dire non riuscire più a entrarne in possesso, salvo che le forze dell’ordine non si siano mosse a loro volta per effettuare i loro rilievi. In linea di principio, le riprese, pubbliche o private che siano, possono essere accessibili a chiunque abbia un giustificato motivo per farne uso. Il regolamento UE 679/2019, infatti, garantisce all’articolo 15 il diritto di accesso. È il titolare del trattamento dei dati personali dell’impianto a dover prodigarsi alla conservazione dei video dalla rimozione automatica prevista dalla legge e fornire alla persona interessata un riscontro che non superi i trenta giorni dalla richiesta, eccezion fatta per i casi di differimento del termine.

Non sussistono quindi ragioni di riservatezza particolare qualora le immagini siano focalizzate su luoghi pubblici o comunque scenari allargati quali per esempio possono essere gli spazi condominiali. Su questo la giurisprudenza si è espressa superando un’iniziale perplessità da parte del Garante per la protezione dei dati personali, il quale poneva una serie di restrizioni non solo sui tempi di conservazione delle riprese ma anche sull’accesso alle stesse. La legge 241/1990, all’articolo 24, precisa come il portatore di un interesse legittima debba avere accesso gli atti di una Pubblica Amministrazione. Quindi fa fede la normativa dello Stato e su questo argomento, vista la gerarchia, nessun regolamento comunale può andare a interferire con questo impianto normativo.

Datacom Tecnologie di Firenze, con il proprio team di esperti, può comunque essere di aiuto ai propri clienti per chiarire dubbi o perplessità di questo genere, scrivendo alla mail info@datacomtecnologie.it o tramite il form Contatti.

Previdia Ultravox: l’integrazione completa della sicurezza di un edificio

Nuovo modello firmato Inim all’interno della gamma Previdia, col quale l’azienda aggiunge un nuovo dispositivo in un percorso che va avanti da anni per la gestione della sicurezza degli edifici a 360 gradi: si chiama, infatti, Previdia Ultravox, l’ultimo arrivato nella famiglia Inim.

Ultravox aggiunge, alle già sicure e consolidate tecnologie come rivelazione ed allarme incendio, rivelazione gas, gestione illuminazione di emergenza, gestione dei sistemi di spegnimento a gas, video verifica e video rivelazione tramite telecamere IP, visualizzazione degli eventi su mappe grafiche, anche la gestione di EVAC (sistemi di evacuazione vocale) e di Public Addressing (comunemente conosciuti come filodiffusione).

Tra le caratteristiche che Ultravox conserva – insieme ai modelli precedenti – c’è l’opportunità di essere connesso all’ Inim Cloud Fire, un servizio gratuito grazie al quale è possibile avere il controllo da remoto. Senza dimenticare che l’App Inim Fire consente di sfruttare tutte le potenzialità dei sistemi cloud (che siano Android o Apple) consentendo nella teoria e nella pratica di avere una supervisione immediata e una manutenzione guidata; e poi una diagnostica in tempo reale del sistema ed una gestione del registro di impianto e manutenzioni professionale. Sommando tutte queste skills, si ottiene un sistema che funziona, autorevole, innovativo e semplice da utilizzare e controllare anche senza essere sul posto.

Tutti i componenti e gli accessori della gamma Previdia rispondono alle indicazioni delle norme del settore e di conseguenza godono delle certificazioni dai più autorevoli enti del settore, potendo godere dell’esposizione di diversi marchi di qualità quali LPCB, IMQ, UL-EU, BOSEC e altri ancora.

Ma perché la nascita o lo sviluppo di Previdia Ultravox? Perché Inim è fermamente convinta che un sistema per la gestione della sicurezza possa veramente essere efficace ed efficiente solo può offrire la possibilità di integrare tutte le tecnologie che orbitano intorno ad un edificio, oltre alla (non secondaria) esigenza di mettere a disposizione mezzi adeguati per la gestione, l’esercizio e la manutenzione, così da conferire al sistema la dovuta credibilità.

Se vuoi avere info e spiegazioni ulteriori, Datacom è tua disposizione: contatta per ogni domanda i nostri tecnici commerciali di Firenze alla mail info@datacomtecnologie.it oppure tramite il form Contatti, cliccando qui

Quando si può definire un impianto di sicurezza “a regola d’arte”?

Uno dei temi che interessano gli installatori di sicurezza è quello della cosiddetta “regola d’arte”, ovvero quando un lavoro è fatto alla perfezione e non comporta quindi rischi per chi ci lavora e per chi usufruisce dell’opera. Tale locuzione però trova varie interpretazioni a livello normativo italiano, per questo motivo in questo articolo cerchiamo di capire quali sono le normative che indirizzano gli installatori verso questa direzione, anche per non incombere in rischi a livello giuridico qualora qualcosa – si spera sempre di no – andasse storto.

Partiamo da un presupposto: a livello normativo il settore sicurezza è caratterizzato da moltissime norme e disposizioni normative le quali rischiano talvolta di essere persino antitetiche se non in contrapposizione, relativamente alla responsabilità civile e penale. Un dato di fatto è come gli installatori di sicurezza di fatto vengano associati al settore degli impiantisti elettrici dove alcune parti sono spesso affini se non in comune. In tal senso, il perimetro normativo viene determinato dalle norme CEI/UNI, dal DM 37/08 e dalla Legge numero 186/68. Quando un installatore non rispetta i vincoli di contratto con il committente, la giustizia civile lo può interessare sia per il danno contrattuale che per quello extracontrattuale qualora la cosiddetta “regola d’arte” non venisse rispettata quindi senza prestare quella “diligenza tecnica” legata alle capacità del professionista e alle proprie cognizioni “tecnico-normative”. In caso di rispetto della discrezionalità tecnica oppure di un’imposizione di un’esigenza ritenuta dall’installatore non congrua al lavoro da svolgere, il professionista non deve rispondere del danno davanti a un giudice.

Per entrare nel quadro normativo e capire dove si posiziona la “regola d’arte”, bisogna prendere come riferimenti l’articolo 2224 del Codice Civile, nel quale “il prestatore d’opera è tenuto a procedere all’esecuzione dell’opera secondo le condizioni stabilite dal contratto e a regola d’arte”, oppure la Legge 186/1968 sulle “Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici”. Si legge, nel suo testo: “Articolo 1 – tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere realizzati e costruiti a regola d’arte; Articolo 2 – i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici realizzati secondo le norme del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) si considerano costruiti a regola d’arte”.

Ancora si può andare a leggere la Legge n° 46/1990 sulle “Norme per la sicurezza degli impianti”, sostituita dal DM n° 37/2008 “Regolamento sul riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici”. L’articolo 6 del decreto recita: “Le imprese realizzano gli impianti secondo la regola dell’arte, in conformità alla normativa vigente e sono responsabili della corretta esecuzione degli stessi. Gli impianti realizzati in conformità alla vigente normativa e alle norme dell’UNI, del CEI o di altri Enti di normalizzazione appartenenti agli Stati membri dell’Unione europea o che sono parti contraenti dell’accordo sullo spazio economico europeo, si considerano eseguiti secondo la regola dell’arte”.

Un quesito che ci si pone è: come si lavora a “regola d’arte” quando le norme tecniche (CEI/UNI, eccetera) non trovano applicazione? La domanda viene quando si va a leggere il Decreto Legislativo 81/2008 (il Testo Unico sulla “Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”), il quale all’articolo 81 recita: “comma 1 – tutti i materiali, i macchinari e le apparecchiature, nonché le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere progettati, realizzati e costruiti a regola d’arte; comma 2 – ferme restando le disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto, i materiali, i macchinari, le apparecchiature, le installazioni e gli impianti di cui al comma precedente, si considerano costruiti a regola d’arte se sono realizzati secondo le pertinenti norme tecniche”.

Una soluzione la può fornire la locuzione “Bonus pater familias” che troviamo talvolta nei contratti o comunque nei documenti aventi valore legale. La cosiddetta attenzione del buon padre di famiglia (vedi articolo 1176 del Codice Civile) prevede infatti una condotta che sia prudente, diligente e con un particolare grado di perizia, affinché non possa sussistere una colpa. Il problema è che diventa difficile, a oggi, avere strumenti per certificare che un lavoro sia fatto “a regola d’arte”. Una ciambella di salvataggio è offerta dalla conoscenza delle regole tecniche e giuridiche da seguire: se non altro avere un approccio alle normative di alta specializzazione permette di affrontare con maggiore serenità tutti i problemi facendo in modo che il livello di sicurezza venga garantito al massimo possibile. Ovviamente c’è sempre un però dettato dal tempo: quello che oggi è a norma non è detto domani lo sia. Agli installatori ovviamente non viene chiesto però di prevedere le scelte future dei legislatori o degli enti normativi come CEI e UNI, ma di rispettare quelle attuali.

Videosorverglianza nelle scuole: come fare?

Qual è la procedura per installare un sistema di videosorveglianza (TVCC) nelle scuole? L’argomento è complesso e qui proveremo – dopo aver tracciato le principali norme di riferimento da osservare in fase di progettazione di un sistema di videosorveglianza – a spiegare cosa deve concretamente fare un dirigente scolastico che, nella qualità di Titolare del Trattamento, è tenuto a rispettare tutti gli adempimenti che si impongono nella prassi corrente per l’installazione e l’utilizzazione dell’impianto in questione. Come è stato in precedenza osservato, i sistemi audiovisivi, per la loro peculiare pervasività, possono impattare sulla privacy di ciascuno, sicché il Titolare del Trattamento deve dimostrare di avere adottato tutte le misure tecniche ed organizzative più adeguate, sotto il profi lo della protezione dei dati personali, nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento UE 2016/679 (principio di accountability) ed a tutela della dignità e della riservatezza dei propri dipendenti. L’art. 5, par. 2 del Regolamento indirizza l’attività del dirigente, al quale spetta comprovare la conformità delle attività di trattamento con il Regolamento stesso e l’efficacia delle misure idonee adottate, tenendo conto della natura, dell’ambito di applicazione, del contesto e delle finalità del trattamento, nonché del rischio per i diritti e le libertà delle persone fisiche.

Il diritto del lavoro

Il dirigente deve tenere conto che – essendo l’istituto che dirige un luogo di lavoro a tutti gli effetti – la realizzazione dell’impianto deve essere compatibile con le norme contenute nella L. n. 300/1970, c.d. Statuto dei Lavoratori, che rappresenta la disciplina più importante a tutela della libertà e della dignità dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Nel dettaglio l’art. 4, così come modificato dal Jobs Act, evidenzia che gli impianti di videosorveglianza possono essere installati solo per “esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale e possono essere installati previo accordo collettivo stipulato dalla rappresentanza sindacale unitaria o dalle rappresentanze sindacali aziendali”. Nessun impedimento dunque per il dirigente scolastico che voglia mettere in sicurezza l’Istituto ed i beni della Scuola dal rischio di furti o di eventuali episodi vandalici, a condizione che vengano tuttavia osservate alcune specifiche ed imprescindibili finalità connesse alle esigenze organizzative e produttive, alla sicurezza del lavoro ed infine alla tutela del patrimonio scolastico. Sono soltanto queste la ragioni che consentono di installare un impianto del genere, come sottolineato dalla Circolare dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, n. 5 del 19 Febbraio 2018.

La procedura

Prima di procedere alla fattiva realizzazione del progetto di videosorveglianza, il dirigente scolastico dovrà essere debitamente autorizzato dagli organi competenti, attivando le procedure concertative. In primo luogo, occorrerà ottenere il buon esito dell’accordo collettivo stipulato dalle rappresentanze sindacali in essere all’istituto, precisando nel relativo verbale che trattasi di un impianto esclusivamente predisposto per ragioni di sicurezza all’interno ed all’esterno da eventuali atti illeciti ed a tutela del patrimonio scolastico da eventuali episodi di furti e vandalismo, restando esclusa ogni altra finalità di controllo diretto e a distanza dell’attività dei lavoratori, nello svolgimento della loro prestazione, in ossequio al dettato normativo dell’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori. Inoltre dovrà essere specificato che le riprese sono esclusivamente circoscritte alle sole aree indicate nella planimetria allegata dalla ditta installatrice, garantendo la privacy e la riservatezza di studente e personale scolastico, con esclusione dalle riprese dei luoghi di lavoro del personale e dei servizi igienici e con attivazione degli impianti soltanto negli orari di chiusura dell’Istituto. Inoltre è necessario ribadire che le attività di trattamento relative alla registrazione, alla conservazione ed all’utilizzo dei dati avverranno nel rispetto di quanto stabilito dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali e in ossequio alle linee guida sul trattamento dei dati personali attraverso dispositivi video (vedi European Data Protection Board n. 3/2019).

Il ruolo dell’Ispettorato del Lavoro

Nell’ipotesi in cui non si dovesse raggiungere un accordo con le rappresentanze sindacali, l’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori prescrive che, in mancanza di accordo, gli impianti e gli strumenti di videosorveglianza possono essere installati previa autorizzazione della sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, rilasciata a seguito di istruttoria (di competenza del dirigente scolastico, che dovrà indicare le specifiche finalità per le quali si richiede la singola autorizzazione da parte dell’Ufficio ispettivo). Una volta ottenuto il provvedimento autorizzativo, il dirigente dovrà rendere note tutte le aree sottoposte a videosorveglianza, con adeguata segnalazione e predisposizione di informative specifiche, comprensibili ma dettagliate, nel rispetto di quanto stabilito dal menzionato art. 4 e dalle vigenti disposizioni generali in tema di protezione dei dati personali.  

Hik-ProConnect al centro dell’Hikvision Spring Campus del 5 maggio in Datacom

Nuovo appuntamento a Firenze con Hikvision Spring Campus. Organizzato in collaborazione con Datacom Tecnologie, si parlerà di Hik-ProConnect nel pomeriggio di giovedì 5 maggio 2022 con l’incontro al via alle ore 14.30 nella sala corsi dell’azienda, in via Arrigo da Settimello 5/7.

Hikvision Spring Campus è un imperdibile momento di formazione e crescita professionale per scoprire le tante novità di Hikvision sia a livello tecnologico che di prodotto. Il corso, dedicato agli Installatori e completo di dimostrazioni pratiche, ha lo scopo di presentare e formarvi sulla soluzione di sicurezza, convergenza e management basata su cloud, Hik-ProConnect.

Gli argomenti trattati saranno: caratteristiche della piattaforma, convergenza e Business Management, come gestire le programmazioni e manutenzioni dei dispositivi, prestazioni di sicurezza, licenze d’uso e scenari applicativi, esercitazioni pratiche con licenza gratuita e a pagamento.

Per partecipare all’evento sarà necessario presentare il Green Pass ed essere muniti di mascherina. I partecipanti dovranno portare un telefono cellulare carico per effettuare il test di fine corso. L’evento si terrà nel totale rispetto delle norme anticovid.

Per iscriversi è possibile farlo tramite la piattaforma Eventbrite, cliccando qui.

Uno standard per la professione di installatore di sicurezza: via all’inchiesta pubblica finale per il progetto di Norma UNI 1610032

UNI – Ente Italiano di Normazione, ha aperto una inchiesta pubblica finale per il progetto di Norma UNI 1610032: esperti di impianti di allarme intrusione e rapina, videosorveglianza, controllo accessi. Questo tipo di operazione serve a UNI per raccogliere i commenti degli operatori e a ottenere il consenso più allargato possibile prima che il progetto diventi una norma, soprattutto da parte di chi non ha potuto partecipare alla prima fase di elaborazione normativa: in questo modo al valore della trasparenza si unisce quello della democraticità.

L’inchiesta pubblica finale è stata aperta dal 29 marzo al 28 maggio 2022, con l’intento di definire i requisiti relativi all’attività professionale di progettisti, installatori e manutentori di impianti di allarme intrusione e rapina, videosorveglianza, controllo accessi attraverso l’individuazione di compiti, attività e requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità.

Lo strumento messo a disposizione per l’inchiesta pubblica finale è la banca dati dei progetti di norma UNI in fase di inchiesta pubblica. Per ogni progetto fornisce: codice progetto, titolo, sommario, codice ICS, organo tecnico UNI competente, testi completi in pdf dei progetti di norma nazionali (sono esclusi i recepimenti di norme EN e le adozioni di norme ISO), date di inizio e fine inchiesta. Per ogni progetto è possibile inviare i commenti online.

Nel caso della proposta di UNI 1610032, scaricabile anche dal nostro sito cliccando qui oppure guardando il player qui sotto, vengono definiti i requisiti per la qualifica dell’installatore e della sua formazione professionale, gli aspetti etici e deontologici della professione, oltre a tutti i riferimenti normativi a cui chi opera nel settore deve sottostare.

Per inviare un commento online a UNI, è possibile cliccare qui e accedere all’apposita area.

Acusense Hikvision, un nuovo paradigma nel campo dell’analisi video

Grazie ad AcuSense, Hikvision offre una tecnologia capace di oltrepassare gli standard di analitica classici. L’algoritmo Deep Learning identifica gli oggetti in movimento nell’inquadratura e li classifica discriminando persone e veicoli. La ricerca di un evento non è mai stata così semplice. Installa i prodotti della linea AcuSense e scopri subito tutte le loro funzioni smart.
Come tutte le soluzioni di Hikvision, anche AcuSense si caratterizza per la flessibilità di installazione. Si tratta infatti di una gamma completa di telecamere IP, NVR e DVR con diverse modalità di collegamento che si adattano ai nuovi impianti e a quelli già esistenti.

La tecnologia Acusense di Hikvision definisce un nuovo paradigma nel campo dell’analisi video. Inserita in una gamma completa che incorpora un’intelligenza artificiale di tipo Deep Learning, portando ai massimi livelli la sicurezza e l’affidabilità della videosorveglianza.

Elevata affidabilità

La tecnologia AcuSense si colloca oggi come nuovo standard nell’analisi video per il mercato della videosorveglianza. Disponibile sia nelle tecnologie IP che Turbo HD, è infatti in grado di rilevare e classificare persone e veicoli escludendo altri oggetti in movimento (animali, pioggia, foglie o altro) ed elevando quindi l’affidabilità del sistema fino al 90%.

Ricerca rapida

La gamma AcuSense offre inoltre una funzione di ricerca rapida che consente all’operatore di distinguere automaticamente le registrazioni contenenti persone e veicoli, riducendo il tempo di ricerca, evitando la revisione di ore di filmati inutili e velocizzando i tempi di intervento. Questo risultato è possibile grazie alla tecnologia avanzata che utilizza algoritmi di tipo Deep Learning e un hardware con un’architettura GPU (Graphic Process Unit) di elaborazione grafica per un’analisi video avanzata.

Immagini sempre nitide

La tecnologia Darkfighter a 0,003lux associata alla gamma AcuSense si caratterizza per un sensore Ultra Low-Light ad estrema sensibilità, in grado di fornire immagini nitide anche in condizioni di scarsa illuminazione. Con Darkfighter l’equilibrio cromatico e dei contrasti rimane perfettamente bilanciato anche nel caso di riprese in controluce grazie al WDR 120db.

Compressione e formattazione

L’algoritmo di compressione H265+ riduce la larghezza di banda, efficientando l’infrastruttura di rete e riducendo i costi di archiviazione, mentre la metodologia proprietaria di formattazione degli Hard Disk Drive negli NVR e nei DVR AcuSense triplica la vita dell’HDD e ne velocizza la consultazione.

Flessibilità di installazione

E come tutte le soluzioni Hikvision, anche AcuSense si caratterizza per la flessibilità di installazione. Si tratta infatti di una gamma completa di telecamere IP, NVR e DVR con diverse modalità di collegamento che si adattano sia a nuovi impianti, sia agli impianti già esistenti. AcuSense è anche ideale per la protezione perimetrale di strutture logistiche, magazzini, parcheggi e aree residenziali.

Chiedilo ai nostri commerciali

I tecnici commerciali di Datacom Tecnologie sono disponibili per fornire ogni dettaglio sul prodotto e consigli sull’applicazione scrivendo all’indirizzo info@datacometecnologie.it o attraverso il form Contatti

Con il bonus casa un’occasione in più per installare un impianto di sicurezza!

Buone notizie per il cliente finale – e quindi per gli installatori – dalla Legge di Bilancio 2022.

Lo Stato italiano ha infatti prorogato il bonus fiscale per ristrutturazioni edilizie, estendendo la sua validità fino al 31 dicembre 2024. Grazie al Bonus Casa 50% è infatti possibile risparmiare sugli impianti elettrici e sistemi di sicurezza antintrusione, antincendio, videosorveglianza, tapparelle, non solo per quanto concerne l’acquisto ma anche la progettazione, l’installazione e la relativa manutenzione.

Come si accede al bonus fiscale? Il proprietario o beneficiario di abitazioni private (o condominio) può richiedere la detrazione IRPEF – in sede di dichiarazione dei redditi – a fronte di una spesa documentata (bonifico parlante), sostenuta dal 26 giugno 2012. La detrazione fiscale sarà spalmata in 10 rate annuali.

Per fare un esempio, Inim ha stilato una lista di prodotti che possono rientrare all’interno del bonus fiscale:

• Centrali e accessori della gamma Prime.

• Tastiere Alien ed espansioni domotiche.

• Prodotti del sistema wireless Air2.

• Dispositivi del sistema SmartLiving.

• Sensori e barriere ottiche perimetrali.

• Prodotti del sistema vocale Marilyn More.

Datacom Tecnologie consiglia ai propri installatori di comunicare questa notizia ai propri clienti in modo da incentivarli nella messa in sicurezza della propria abitazione sfruttando questa importante opportunità. Per ogni dubbio o consiglio, siamo disponibili alla mail info@datacomtecnologie.it con i nostri tecnici commerciali pronti a dare il proprio supporto.

Focus Hikvision: le offerte da non perdere fino ad aprile 2022

Torna Focus Hikvision, l’insieme di offerte da non perdere promosse dalla casa cinese leader mondiale nei settori della videosorveglianza e della sicurezza. Numerose le possibilità di fare un ottimo affare in questo primo quadrimestre del 2022: dalla linea ColorVu, con le sue tonalità solide anche in ripresa notturna in 4K, alle soluzioni per la sicurezza perimetrale, passando per la tecnologia termica HeatPro e le tecnologie per un efficace controllo del Green Pass.

Tutte le offerte Focus sono consultabili nel pdf di Hikvision disponibile qui sotto e scaricabile cliccando qui. I tecnici commerciali di Datacom Tecnologie sono disponibili per accogliere gli ordini scrivendo all’indirizzo info@datacometecnologie.it o attraverso il form Contatti