GDPR e videosorveglianza: le norme da seguire

Spesso si sente parlare di GDPR, ma nello specifico cosa è?

Il General Data Protection Regulation, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Europea il 4 maggio 2016 e divenuto operativo a partire dal 25 maggio 2018, si occupa di trattamento dei dati personali e di privacy. Nonostante non si occupi solo di videosorveglianza ma in realtà abbracci un po’ tutto l’ambito della privacy, il contenuto del GDPR entra nella legge italiana accompagnandosi al Provvedimento del Garante della Privacy del 2010. Quest’ultimo si focalizza sugli aspetti dell’inquadratura, ovvero della scena che l’apparecchio descrive, e dell’informazione tramite gli appositi cartelli. L’inquadratura deve riguardare il solo bene difeso e non andare oltre, per esempio in aree pubbliche. Il cartello invece rappresenta di fatto una informativa breve sulla privacy e deve essere visibile in ogni condizione di luminosità: deve contenere i nomi dei titolari e dei responsabili del trattamento delle immagini, che possono non essere la stessa persona fisica o giuridica. Il dipendente autorizzato a visionare le immagini deve farlo tramite una nomina apposita e una formazione relativa.

Le riprese posso essere conservate per 24 ore, estendibili a 48 ore. Solo le banche possono avere registrazioni che vanno indietro di sette giorni. Il prolungamento si può chiedere ed è a discrezione del Garante della Privacy.

Il GDPR parla al suo interno di “telecamere intelligenti”: trattasi di dispositivi evoluti con Intelligenza Artificiale a bordo. Questi riescono ad analizzare, rilevare e identificare caratteristiche fisiche e comportamenti dei soggetti ripresi tramite, per esempio, il riconoscimento facciale, dei suoni e dei rumori. Per il riconoscimento facciale serve una valutazione di impatto sulla protezione dei dati (D.P.I.A.- Data Protection Impact Assessment), ai sensi dell’articolo 35 del GDPR, da eseguire prima che venga attivato un impianto “intelligente” di TVCC. Si tratta di un documento di valutazione preventiva dei rischi derivanti dal trattamento dei dati che si intende effettuare come la violazione della privacy. Valutati i rischi, il titolare del trattamento, assistito dal responsabile che visiona e gestisce le immagini, deve poter individuare concrete misure tecnico-organizzative atte a ridurre, o ad annullare del tutto, certi rischi che, se elevati, devono essere sottoposti al Garante.

Nei luoghi di lavoro

Il Jobs Act (o meglio, l’articolo 23 del Decreto Legislativo del 14 settembre 2015 n. 151) ha aggiornato le disposizioni della Legge n. 300 del 20 maggio 1970. Oggi lo Statuto dei Lavoratori consente l’utilizzo di dispositivi per il controllo a distanza dei lavoratori in via esclusiva per “esigenze organizzativo-produttive, per la sicurezza sul lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale”, quindi non per controllare il lavoro e i comportamenti dei dipendenti. Se non c’è accordo con i sindacati o il sindacato non è presente in azienda, va richiesta esplicitamente un’autorizzazione all’installazione all’Ispettorato Territoriale del Lavoro. Il GDPR obbliga i datori di lavoro a informare i dipendenti sulla presenza di impianti di TVCC in azienda, attivi o meno, e sul trattamento dei dati. I lavoratori dovranno sapere chi gestisce le immagini riprese e solo le forze dell’ordine, in più alle persone designate, potranno visionare certe immagini. Le telecamere devono inquadrare punti sensibili alla vita aziendale e alla produzione, per esempio non possono andare in locali accessori come gli spogliatoi. Non rispettare certi parametri può portare a vertenze sindacali e, nei casi peggiori, a denunce penali.

Nei condomini

La differenza sta nelle aree che si vogliono controllare, se comuni o private. Nel primo caso, i condòmini devono decidere a maggioranza di voti e le aree interessate da TVCC devono essere spazi frequentati da tutti. Sta all’amministratore di condominio contattare le imprese fornitrici degli impianti e mettere il cartello “Area Videosorvegliata” (articolo 1122-ter del codice civile). In privato non deve violare il Codice della Privacy, quindi inquadrare soltanto proprie pertinenze.

Nei negozi

In questo caso valgono tutte le regole imposte dal Garante della Privacy del 2010 più quanto previsto dallo Statuto dei Lavoratori, se ci sono dipendenti. La circolare n. 5 del 19 febbraio 2018 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha intanto introdotto la possibilità di inquadrare direttamente i lavoratori, senza oscurane il volto: questo per far sì, per esempio, di sorvegliare le casse in uscita. Ovviamente il permesso viene concesso se la situazione viene ritenuta idonea.

Nelle abitazioni private

Chi mette a casa un impianto di TVCC non deve mettere obbligatoriamente il cartello di segnalazione. Il parere n. drep/ac/113990 del 7 marzo 2017 del Garante della Privacy mostra dunque l’assenza di limiti anche nella conservazione dei filmati, salvo che gli impianti di ripresa non invadano lo spazio altrui e che si rispetti il diritto alla privacy di ognuno.

Nel caso delle ville o grandi residenze la ripresa può allargare il suo sguardo purché non si inquadrino i volti delle persone che passano. Per i videocitofoni, l’importante è non utilizzare le immagini video per altri scopi che non siano di sicurezza personale.

Il reato di “interferenza illecita nella vita privata” prevede una reclusione da sei mesi a quattro anni e il rischio di dover pagare un risarcimento morale nei confronti di colui che è stato ripreso illecitamente dalle telecamere.

Colf, badanti e babysitter

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro, con la nota 1004/2017, spiega che “Il rapporto di lavoro domestico è sottratto alla tutela dello Statuto dei Lavoratori (legge n. 300/1970) poiché, in questo caso, il datore di lavoro è un soggetto privato, non organizzato in forma di impresa”. I collaboratori domestici devono essere informati e, se non danno il loro consenso, non possono essere ripresi. Le immagini in ogni caso devono servire per la sicurezza della casa e non per controllare il personale.

Datacom Videosorveglianza

Il nuovo prodotto web Datacom Videosorveglianza consente di gestire tutte le varie pratiche richieste dalla legge in una sola piattaforma: vai su http://www.datacomtecnologiegdpr.it/ per saperne di più oppure contatta i nostri uffici a info@datacomtecnologie.it.

Datacom Videosorveglianza: la novità per metterti in regola con il GDPR

Datacom Tecnologie di Firenze lancia sul mercato una novità per aiutare gli installatori di sicurezza a ottemperare a tutti gli obblighi in materia di privacy, in base anche al nuovo regolamento europeo GDPR.

Con Datacom Videosorveglianza gli installatori e i distributori di impianti di videosorveglianza possono contare su uno strumento che semplifica tutte le procedure.

Chi installa un impianto di TVCC, secondo le normative continentali, deve seguire una serie di adempimenti come, per esempio, il principio di necessità, la descrizione dell’impianto e della tipologia di telecamere, la domanda alla direzione territoriale del Lavoro (qualora ci fossero dipendenti e non fosse presente internamente un sindacato), l’informativa estesa, le lettere di incarico e i mansionari al responsabile e, se designati, agli incaricati, una cartellonistica a norma europea con QR Code o link all’informativa.

Tramite il sito www.datacomtecnologiegdpr.it è possibile ricostruire la mappa del proprio impianto di TVCC con tutti gli elementi che lo compongono come telecamere, schermi, impianto di registrazione, eccetera. La comodità sta anche nell’inserimento degli elementi con un pratico sistema “drag and drop”. Attraverso un percorso guidato, è possibile produrre tutta la documentazione in modo da essere pienamente in regola con la normativa. Inoltre tutti i documenti possono essere modificabili nel tempo grazie anche a una archiviazione su cloud.

Il servizio offerto da Datacom è stato certificato anche dall’Accademia Italiana Privacy che ne ha testato la conformità con il GDPR.

Con la sua nuova sezione ADEMPIMENTI FLASH, ogni installatore potrà infine generare in pochi secondi una nuova cartellonistica con link alla relativa informativa pronta on-line: tutto in automatico (vedi il filmato).

Due le modalità di utilizzo: in accesso diretto, così da compilare tutti i documenti in maniera autonoma, o con un servizio “senza pensieri”, tramite il quale i nostri esperti compileranno tutte le pratiche, fino a quelle da inviare alla direzione territoriale del Lavoro e alla ricezione dei nulla osta.

Per ogni chiarimento o delucidazione vai sul sito www.datacomtecnologiegdpr.it oppure scrivi a u.chiatti@datacomtecnologie.it.

Fino alla fine dell’anno 2021, con Datacom Tecnologie puoi ottenere gratis la cartellonistica conforme al GDPR e l’informativa sulla Privacy per i tuoi clienti. Scopri come: contattaci allo 055.696706 o chiedi direttamente al tuo commerciale di riferimento!

Conformità degli impianti: come si compila la dichiarazione obbligatoria

La dichiarazione di conformità degli impianti è quel documento che ogni installatore di videosorveglianza deve rilasciare al committente, al termine dei lavori e delle verifiche previste dalla normativa vigente, come quelle relative alla funzionalità. L’obbligo di redigerla è sancito dal Decreto Ministeriale 37 del 2008, modificato dal decreto del 19 maggio 2010. Il testo prevede un apposito modello in cui devono essere inseriti alcuni elementi fondamentali:

  • i dati della società installatrice e del committente;
  • una descrizione schematica dell’impianto eseguito con le indicazioni sul tipo di lavori (nuovo impianto o azione sull’esistente);
  • i dati sul luogo di intervento e la sua destinazione d’uso.

Tramite la dichiarazione di conformità l’installazione si prende la responsabilità di aver eseguito lavori a regola d’arte, come chiede la legge e nel rispetto delle norme tecniche, con le verifiche che devono essere state eseguite e superate positivamente. Nella documentazione vanno inseriti obbligatoriamente come allegati il progetto e lo schema dell’impianto, i materiali utilizzati, i riferimenti a eventuali dichiarazioni di conformità precedenti, una copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali della società installatrice e l’attestazione di conformità per impianto nel caso realizzato con materiali o sistemi non normalizzati. L’installatore ha poi la facoltà, e non l’obbligo, si inserire altri documenti legati all’impianto come i report sulle verifiche fatte prima della messa in funzione.

Chi non ottempera a queste norme rischia delle sanzioni. La legge prevede ammende dai cento ai mille euro sulla base anche del tipo di impianto e del luogo dove si è andato a configurare. Quindi per chi opera nel settore della sicurezza è molto importante seguire attentamente le norme per non avere brutte sorprese.

In ogni caso i tecnici della Datacom Tecnologie di Firenze sono a disposizione all’indirizzo mail info@datacomtecnologie.it per ogni ragguaglio e consiglio.

Toscana, bando regionale per la sicurezza da 800mila euro

Scade il 24 ottobre il bando per la sicurezza urbana indetto dalla Regione Toscana, la quale ha previsto contributi per progetti in materia di sicurezza integrata e videosorveglianza. Il bando è rivolto ai Comuni, in maniera singola o associata, oppure alle Unioni di Comuni.

Tutti gli elementi relativi al bando sono disponibili cliccando qui.

Per l’attuazione di questo avviso pubblico sono state messe a disposizione risorse per 800mila euro: i progetti sostenuti saranno finanziati con contributi da un minimo di 15.000 euro a un massimo di 70.000 euro a seconda della numerosità della popolazione interessata dal progetto e sulla base della disponibilità di risorse. Le domande dovranno essere presentate alla Regione entro le ore 13 del giorno di scadenza.

In questa legislatura la Regione ha finanziato progetti di videosorveglianza per un totale di 3,3 milioni di euro, cioè un totale di 172 progetti che hanno riguardato 228 Comuni, ovvero l’83% del totale delle amministrazioni comunali. I progetti pilota invece di sicurezza integrata sono stati 12, per un investimento totale di oltre un milione di euro, che ha riguardato le amministrazioni di Firenze, Prato, Lucca, Pisa, Livorno, Area dell’Osmannoro, Montecatini Terme, Arezzo, Grosseto, Rosignano Marittimo, Poggibonsi, San Giovanni Valdarno. 

Termiche e bi-spectrum: è arrivata la promozione Hikvision

Per i mesi di ottobre e novembre 2019 Hikvision promuove a un prezzo unico uno dei propri prodotti della gamma termica bi-spectrum, che Datacom Tecnologie di Firenze aveva già presentato in un recente articolo.

La telecamera termica Turret Bi-Spectrum si caratterizza per le dimensioni compatte, per la focale di 2mm con un ampio angolo di visione, per l’algoritmo Deep Learning di analisi video per il monitoraggio delle aree e per la prevenzione di incendi/inneschi. Questa telecamera è ideale per la protezione interna e dei perimetri in ambito residenziale e di small business.

Datacom Tecnologie mette in promozione fino alla fine di novembre (salvo esaurimento scorte) il modello DS-2TD1217-2/V1 Turret Bi-Spectrum Ottica Fissa. Per maggiori informazioni, contatta i nostri commerciali all’indirizzo info@datacomtecnologie.it.

Caratteristiche principali

• Risoluzione Termica 160 x 120, Ottica 2MP

• Modalità Picture in Picture e Image Fusion

• Portata IR 15m

• Analisi video Deep Learning

• Ingressi/Uscite:Audio 1/1, Allarme 1/1

• Alimentazione 12VDC/PoE • Grado di Protezione IP67

Axiom Hub Hikvision: la centrale antintrusione che unisce la gestione video

È da tempo ormai che sentiamo parlare di Axiom HUB di Hikvision, l’innovativa centrale antintrusione radio che integra nativamente la gestione video dei prodotti della casa cinese, leader del mercato della TVCC. Ma quali sono le specifiche di questo prodotto?

Axiom HUB offre la migliore tecnologia radio (portata fino a 800 metri in campo aperto); sicurezza della trasmissione garantita da bidirezionalitàrilevatore di jamming e un algoritmo che individua il canale migliore per la trasmissione.

Componenti che caratterizzano il prodotto sono anche le connessioni LAN,Wi-Fi, GPRS e 3G/4G integrate nativamente nella centrale, l’intrusione e video a portata di APP Hik-Connect, una certa semplicità d’uso favorita dalla guida vocale e dalla velocità di configurazione tramite web browser, iVMS-4200, o la sua APP specifica.

La videoverifica ad alta qualità è propiziata dal fatto che telecamere e doorbell si collegano alla centrale per fornire 7 secondi di videoclip – pre e post evento – o comunque per visualizzare immagini live in HD.

I commerciali e tecnici di Datacom Tecnologie di Firenze sono a tua disposizione per fornire tutte le informazioni tecniche utili, cliccando qui.

Qui è invece disponibile una brochure illustrativa del prodotto.

Termiche e bi-spectrum compatte Hikvision: dal business al residenziale

Le telecamere termiche di ultima generazione firmate Hikvision sono ideali non solo per applicazioni di protezione perimetrale con necessità di sorveglianza 24/7, ma anche per rilevare precocemente gli incendi, per funzioni di smoke detection e misurazione della temperatura nei processi industriali. Anche per small business e residenziale.

Tecnologia termica, Bi-Spectrum

I sensori termici non sono influenzati dalle condizioni di luce, dal buio totale o da eventi meteorologici avversi. In più, le telecamere termiche Hikvision presentano funzionalità di Auto Gain Control, Digital Detail Enhancement e 3D Digital Noise Reduction, che elevano definizione, nitidezza e accuratezza delle immagini. Le telecamere ad ottica Bi-Spectrum permettono infine di visualizzare immagini tradizionali e termiche in formato picture in picture o combinandole assieme in modo da creare un’unica immagine ancor più dettagliata.

Affidabilità… a Deep Learning

Gli algoritmi di analisi video avanzata di tipo Deep Learning rilevano e discriminano persone e veicoli da animali, pioggia, foglie o altri oggetti in movimento. La combinazione della funzione Human/Vehicle Detection con le funzioni smart Line Crossing Detection e Intrusion Detection garantisce segnalazioni affidabili contro i tentativi di effrazione.

Prevenzione incendi/inneschi

La funzione Temperature Exception Alarmrileva le anomalie di temperatura in caso di principio di incendio/innesco molto prima dei sensori antincendio e misura e monitora la temperatura di specifici oggetti, attivando un allarme in caso di variazioni (ideale per processi produttivi). La funzione Smoke Detection attiva un allarme quando una persona dà un “tiro” alla sigaretta.

Gestione e installazione easy

Queste telecamere termiche dialogano nativamente con la APP Hik-Connect e il software iVMS-4200 e, grazie alla tecnologia PoE, permettono di sfruttare un unico punto installativo e un unico cavo. Il software gratuito Thermal Design Tool offre delle simulazioni di posizionamento e installazione di queste telecamere in un impianto.

Telecamere termiche Hikvision, una guida per gestire e configurare le bullet

Hikvision ha recentemente rilasciato un proprio documento tecnico a disposizione degli installatori per guidarli a una corretta gestione delle telecamere termiche bullet e alla configurazione delle regole di VCA (V5.5.8 build 1812221).

La prima attività è quella di determinare correttamente il dispositivo e le ottiche adeguate ad ogni scena. Questo è determinato in funzione della distanza massima di rilevazione del target, entro la quale l’algoritmo riesce a discriminare, con una buona percentuale di accuratezza, la tipologia del target.

Utilizzando il Thermal Design Tool di Hikvision, si può importare nella dashboard di lavoro l’immagine della planimetria del sito oggetto di progettazione. Sono supportati i formati: *jpg, *jpeg, *png, *bmp, *pdf. La funzione di impostazione della scala metrica, consente di disegnare una linea sull’immagine impostata, in corrispondenza di una lunghezza nota e impostare nel campo testo generato automaticamente, il valore di tale lunghezza espresso in metri. Successivamente si può selezionare il modello di telecamera che si vuole utilizzare e si possono verificare le coperture in base alle regole che si vuole utilizzare.

Per determinare un evento di allarme su regole VCA, è necessario che il target occupi almeno una porzione di area in pixel pari a 10×10 pixel: occupazioni superiori in pixel permettono all’algoritmo di discriminare più facilmente i diversi target e filtrare direttamente gli allarmi.

Per leggere l’intero documento, consigliamo di scaricare il pdf cliccando qui.

Hikvision, parla Troilo: «Intercom e i prossimi passi tra convergenza e condivisione»

«Abbiamo lanciato una gamma di prodotti completa e molto performante, dal design accattivante e con un concept innovativo che arriva a poter realizzare sistemi ibridi IP e 2 fili. Non si tratta però solo di prodotto, ma di comprensione del segmento e di come arrivarci. Investiremo molto a riguardo, perché lo consideriamo un mercato potenzialmente molto importante, a pari di quello del video». Così Massimiliano Troilo, general manager di Hikvision Italy, descrive l’operazione Intercom della propria casa produttrice, il cui marchio è distribuito dalla Datacom Tecnologie di Firenze. Troilo ha parlato recentemente alla rivista S-News. «Abbiamo aggiunto un altro tassello alla Convergenza, – spiega ancora – non possiamo dire che sia un completamento, perché molto altro rimane da fare e sarà fatto per completare e rendere unica l’offerta di Hikvision in termini di sistema e soluzione End2End, e non più di singolo prodotto».

«Il prossimo passo, ormai imminente, sarà la condivisione di tutte le risorse in una rete locale, – annuncia il dirigente – arrivare a creare azioni a seguito di eventi generati da altri devices e successivamente, con l’ausilio delle potenzialità del Cloud, dare a questi links delle logiche che li leghino tra loro o ad altre variabili o altri devices del sistema. Il punto di arrivo è quello di avere un portale multilivello, una sorta di piattaforma di servizi che permetta agli installatori di gestire i sistemi, i clienti, il lavoro di tutti i giorni, come la gestione degli interventi e delle manutenzioni; ma anche uno strumento che permetta agli utenti finali di gestire e verificare il proprio sistema nell’uso giornaliero, sfruttandone tutte le potenzialità».

Il 30 settembre è in programma un corso Hikvision su Intercom, ospitato da Datacom nell’ambito degli Autumn Campus. Ci sono ancora posti disponibili, clicca qui per partecipare gratuitamente.

Per leggere l’intervista completa a cura di Monica Bertolo, clicca qui.

Impianti di TVCC: ecco le “basi” normative dell’installatore

Quali sono i passi da seguire per realizzare un impianto di videosorveglianza perfettamente in regola? Sebbene al giorno d’oggi, dopo l’entrata in vigore del GDPR, ci si concentri in modo particolare sugli aspetti legati alla privacy, rimane centrale la questione tecnica per cui il sistema TVCC deve seguire determinate normative. Vale la pena ricordare che la CEI 50132-7 non è più in vigore dal 2014 ed è stata sostituita dalle “Guide Applicazione” della CEI EN 62676-4. È questa norma che fornisce i criteri legati alla vita dell’impianto: dall’installazione fino alla mezza in servizio, tenendo conto sia della progettazione precedente che della successiva manutenzione. La dichiarazione di conformità dell’impianto, per la legge italiana, resta sempre un obbligo. Tutta la parte invece legata alle prescrizioni di sistema connesse ai vari elementi integranti sono invece normati dalla CEI EN 62676-1-1. Queste sigle possono sembrare incomprensibili o ridondanti nell’essere citate, ma il buon installatore ha solo vantaggi nel conoscere questa materia, uno su tutti la propria tutela in ogni momento della realizzazione di un impianto di TVCC.

Tornando alla normativa EN 62676-4, è bene considerare la sua valenza in tema di analisi del rischio, quindi dei vari aspetti legati a ciò che si progetta: il valore dei beni interessati dal sistema, il costo della loro perdita, la pericolosità dei locali e la loro ubicazione, il tasso di criminalità, la conoscenza degli episodi delittuosi precedenti. Terminata la redazione della parte sui rischi, viene poi la dichiarazione definita come “Requisito Operativo”, nella quale l’installatore è tenuto a spiegare le necessità di posizionamento di telecamere, gli obiettivi fissati, quasi sono le aree inquadrate anche per rispondere alle necessità di riservatezza altrui. Una documentazione finale richiede poi una definizione dettagliata dell’intervento del professionista fino alla messa in servizio e alle azioni manutentive.

La già citata norma EN 62676-1-1 si riferisce invece alla parte funzionale dell’impianto e alle proprie prestazioni. Ci sono quattro sezioni all’interno della CEI con altrettanti livelli che descrivono il grado di sicurezza. Le sezioni, nel dettaglio sono la valutazione della classe ambientale e del livello di sicurezza, la definizione di quest’ultimo e la rappresentazione dei sistemi di videosorveglianza. Infine, il buon installatore deve tenere conto dei blocchi funzionali dell’ambiente video, della gestione e della sicurezza del sistema. Ciò è utile allo scopo di descrivere le prescrizioni di sistema in riferimento ai componenti di un sistema di videosorveglianza.

Per qualunque altro consiglio, i tecnici della Datacom Tecnologie di Firenze sono a tua disposizione, cliccando qui.